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Gas Radon, il killer silenzioso: 3300 morti all’anno in Italia

RADON

CHE COS’E’ IL RADON?

Che cosa è il Radon? Il radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore, estremamente volatile e solubile nell’acqua. E’ un prodotto del decadimento radioattivo del radio, il quale, a sua volta, deriva dall’uranio. L’unità di misura della concentrazione del radon è il Becquerel per metro cubo (Bq/m3). Il radon decade originando altri prodotti di decadimento: sono proprio questi isotopi radioattivi solidi, i cosiddetti “figli del radon”, a costituire il pericolo maggiore per la nostra salute poiché vengono inalati con la respirazione e si depositano nei polmoni dove, decadendo a loro volta, emettono radiazioni che danneggiano il tessuto polmonare.

QUALI SONO I SUOI EFFETTI?

Effetti E’ ormai ampiamente dimostrato che una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di radon accresce il rischio di tumore polmonare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il radon come cancerogeno di gruppo 1, ossia come sostanza per la quale vi è evidenza accertata di cancerogenicità anche negli esseri umani, collocandolo al secondo posto come causa di tumori polmonari, dopo il fumo di tabacco. E’ importante conoscere e valutare gli effetti sanitari del radon, dal momento che esso rappresenta un rischio sanitario quando si accumula negli spazi confinati e, nel mondo di oggi, noi trascorriamo l’80 – 90% del nostro tempo in spazi chiusi

 

DA DOVE PROVIENE?

Da dove proviene? Il radon deriva dal decadimento radioattivo dell’uranio. L’uranio è uno dei più antichi elementi radioattivi naturali (primordiali) presenti sulla terra. E’ ubiquitario, ovvero ovunque presente sulla crosta terrestre; e pertanto esso rappresenta una sorgente permanente di gas radon.
Il radon proviene principalmente dal terreno dove, mescolato all’aria, si propaga fino a risalire in superficie. Nell’atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria è pertanto molto bassa.
Ma quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per la salute.

QUALI SONO LE FONTI DI RADON ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI?

Da dove proviene? La principale sorgente di radon è il suolo; altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono esserne la causa principale di elevate concentrazioni di radon. Una terza sorgente di radon è rappresentata dall’acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa. Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da pozzi artesiani, poiché di norma l’acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene talmente rimescolata da favorire l’allontanamento del radon per scambio con l’aria.

 

QUALI SONO LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA IN ITALIA?

Dimensioni Il problema, sia per la natura geologica del nostro territorio che per l’impiego di materiali da costruzione tipici dei nostri suoli (e, in alcuni casi, ricchi di uranio, come tufo e pozzolana) tocca molto da vicino il nostro Paese. Un’ Indagine Nazionale condotta sulle abitazioni italine alla fine degli anni ‘80 ha rilevato una concentrazione media di radon indoor pari a 77 Bq/m3 e dunque approssimativamente doppia rispetto a quella mondiale (valutata in 40 Bq/m3). Questa consapevolezza ha condotto all’emanazione del Decreto Legislativo n.241/00, che tratta dell’esposizione lavorativa a sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti, prima fra tutte il radon, ed impone agli esercenti di attività lavorative che in svolgono in sotterrano o in zone a rischio il monitoraggio, ed eventualmente il risanamento, dei luoghi in cui il personale opera. Pur se riferito esclusivamente alla tutela nei luoghi di lavoro, esso rappresenta un significativo passo in avanti sulla strada di una coscienza e di una conseguente normazione radioprotezionistica.

 

COME PENETRA NELLE EDIFICI?

Il radon anzitutto penetra all’interno egli edifici risalendo dal suolo, secondo un meccanismo determinato dalla differenza di pressione tra l’edificio e l’ambiente circostante (il cosiddetto”effetto camino”). La pressione all’interno della casa, infatti, a causa della temperatura più elevata, è spesso leggermente inferiore rispetto a quella esterna e così “richiama” aria – e, con essa, radon – dal sottosuolo, attraverso tutte le aperture (giunture, cavità ed anche piccole crepe o fessure difficili da individuare). La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell’arco della giornata che in funzione dell’avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con l’aumentare della distanza dell’appartamento dal suolo. Il problema investe dunque in modo particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati.

COME SI MISURA?

Come si misura?La ricerca ha elaborato diversi metodi validi per la misura del radon. Il più idoneo a misurare la concentrazione di radon in una abitazione è rappresentato dal posizionamento di dosimetri passivi. Esposti nei locali dell’abitazione, essi saranno poi analizzati in laboratori specializzati e, recando le tracce dell’esposizione al radon, permetteranno di determinare i livelli di concentrazione. Questi dosimetri consistono in semplici contenitori in materiale plastico dotati di film o polimeri sensibili alle radiazioni e non necessitano di alimentazione né emettono alcuna sostanza o radiazione. In una abitazione di medie dimensioni ne andrebbero posizionati all’incirca quattro.

 SE E’ PRESENTE IN MISURA ELEVATA, COME SI PUO’ INTERVENIRE?

Come intervenire?Dal radon è possibile difendersi in molti modi. Come sempre, il sistema migliore è la prevenzione, attuata mediante una progettazione edilizia antiradon nelle zone a rischio e mediante la scelta di materiali da costruzione a basso contenuto di radioattività.

Negli edifici già esistenti è importante realizzare un’azione di monitoraggio degli ambienti e, laddove vengano riscontrate concentrazioni elevate di radon, rivolgersi a centri specializzati al fine di adottare opportune misure di mitigazione.

Situazione concentrazione RADON in Friuli Venezia Giulia – ARPA FVG

 

concentrazione Radon in Friuli - periodo Settembre 2005 – Settembre 2006
concentrazione Radon in Friuli – periodo Settembre 2005 – Settembre 2006

 

Fonte:
ISPESL
Laboratorio Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti
Dipartimento Igiene del Lavoro
Via Fontana Candida, 1 – 00040 Monte Porzio Catone – Roma

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